di Abbatino
Se qualcuno pensa che a Catania vada in scena il processo a Salvini si sbaglia di grosso; a Catania si celebra il solito processo politico, ormai lo sappiamo a memoria, non solo a Salvini. Un processo che ha luogo dopo il voto in parlamento e già questo dovrebbe far comprendere l’elevato tasso di politicità; è vero che si processa un ex ministro nonché senatore, ma altrettanto vero che si sono espressi dei politici affinché a Catania iniziasse questo giudizio sull’operato del ministro. Un ministro, lo si ricorda, dell’interno che per giorni ha impedito lo sbarco di immigrati clandestini.
L’udienza preliminare a Catania, che vede imputato l’ex ministro dell’interno, riguarda il caso della nave militare italiana Gregoretti: a quest’ultima, che il 29 luglio 2019 aveva salvato 113 migranti alla deriva su un barcone, era stato negato per 4 giorni l’ingresso in un porto italiano. Salvini è accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione (reato che prevede una pena fino a 15 anni): i migranti sarebbero stati trattenuti a bordo per indurre gli altri stati europei ad accettarne una parte sul loro territorio. Ora, mettiamo che il ministro dell’interno o il presidente del consiglio fosse stato Giorgia Meloni – lo stesso ragionamento valga per gl’altri – che da anni chiede il blocco navale delle nostre coste e che sostiene la difesa dei nostri confini, non sarebbe successa la stessa cosa anche per lei? Non ci sarebbe stato un magistrato pronto a mettere sotto accusa quel ministro o quel governo? Di fronte al respingimento delle imbarcazioni con lo spiegamento di forze navale, imbarcazioni piene di clandestini “da salvare”, guidate da scafisti senza scrupoli, non verrebbero trovati elementi per incriminare il ministro che ha dato l’ordine? O il presidente del consiglio? Non è forse più impegnativo il blocco navale rispetto al negato accesso al porto per qualche giorno?
Eppure, quando il blocco navale lo fece Prodi sulle acque adriatiche nessuno gridò allo scandalo, tantomeno apri un fascicolo contro di lui o il ministro, nonostante gli incidenti in mare; è lecito pensare che a Catania si processi il centrodestra, non Salvini. Si processa l’approccio al problema immigrazione clandestina e non l’ex ministro, il “che cosa” e non il “chi”. Si prende spunto da un singolo caso, per processare chi si può opporre all’immigrazione dissennata del PD e dei grillini, a questo punto. Non sarebbe la prima volta che si cerca di combattere il centrodestra nelle aule di tribunale (vedi per 25 anni Silvio Berlusconi), per non affrontarlo in libere elezioni.
La presenza dei leader nazionali in questi giorni a Catania certifica che non siamo poi così lontani dal vero, a quanto pare.