Lo Stato e in genere tutta la pubblica amministrazione in Italia continua a non pagare i propri fornitori. Però se un’azienda o un privato paga in ritardo qualche tassa o addirittura si vede arrivare qualche cartella poi illegittima deve pagare subito altrimenti lo Stato o chi lo rappresenta può mettere le mani nelle tasche dei cittadini direttamente, senza aspettare prima una verifica, un controllo maggiore, o la sentenza di un giudice. Si perché in Italia se lo Stato ti paga in ritardo o se entri in un contenzioso legale con la pubblica amministrazione il libero cittadino deve aspettare la sentenza di un giudice, lo Stato invece si può rivalere direttamente e subito. Poi se lo Stato ha sbagliato e nel frattempo il libero cittadino è andato in crisi fa niente, le ragioni di Stato sono superiori al diritto stesso. Tornando un attimo ai numeri uno studio di Bankitalia ha rilevato che dal 2009 al 2012 i mancati pagamenti erano arrivati a toccare i 93,7 miliardi pari al 5,8% del Pil. Gli interventi del governo hanno poi messo mano alla situazione e hanno ridotto i mancati pagamenti a 70 miliardi nel 2014 che corrisponde comunque sempre al 4,4% del Pil. La cosa più assurda è che secondo le normative europee i pagamenti della pubblica amministrazione dovrebbero essere fatti entro i 30 giorni massimo, a 60 giorni per le imprese che offrono servizi sanitari, decorsi questi giorni si etra nelle more. In Italia nel 2014 invece i tempi d pagamenti si mantengo sui 130 giorni, cioè superiori ai 6 mesi; teniamo conto che questa è una media quindi ci sono delle zone d’Italia o dei settori della pubblica amministrazione che arrivano a pagare a 360 giorni. Uno degli aspetti che influisce di più sui ritardi di pagamento in Italia dipende dalla mancanza di liquidità, cioè non ci sono soldi. La cosa è maggiormente preoccupante perché un conto sono i mancati pagamenti parchè altri non di stanno pagando o se ci sono problemi di altro tipo un conto invece se non vieni pagato perché i soldi non ci sono. Se vogliamo infatti andare a guardare i conti dell’Inps e i continui allarmi lanciati dal presidenti Boeri è chiaro che ormai i soldi in Italia non ci sono e non ci saranno più per tutti, però nel frattempo lo Stato continua ad assumere impegni da un lato e dall’altro a tassare il paese portandolo sempre più sull’orlo del fallimento. Oltre ai numeri, di cui tutti ormai conosciamo la situazione in Italia, la cosa più aberrante è la disparità che esiste tra cittadino e Stato, cioè non c’è parità del diritto. Lo Stato si può comunque rivalere sul ibero cittadino, sul libero professionista, sull’imprenditore direttamente senza passare per una sentenza o un giudizio da parte di un tribunale, diversamente il libero cittadino non ha mezzi per tutelarsi di fronte ai mancati pagamenti dello Stato e della pubblica amministrazione. A tutto questo bisogna aggiungere l’enorme tassazione che esiste in Italia non solo sulle imprese ma anche sul lavoro, che non è la più alta in Europa ma tre le più alte nel mondo. La questione è molto complicata come si vede perché non è solo una questione di tasse troppe alte e anche ingiustificate visti i servizi nel paese ma anche di diritto e civiltà perché si è ormai consolidata l’idea che lo Stato sia un’entità superiore a cui tutti debbano piagarsi, mentre invece lo Stato è una delle più diaboliche invenzioni della società moderna. La vera battaglia non sarà solo quello di farsi pagare e avere meno tasse ma soprattutto di ridare allo stato il suo coretto significato e posto, che soprattutto viene dopo l’individuo e le persone.
M. Buonocore