di Abbatino
La nostra nazione ha alcuni capisaldi, non solo cultura e identità, ma anche suolo, territorio e storia. Difficile trovare una memoria condivisa nell’Italia moderna, come ci dice sempre lo storico Alessandro Barbero: il secondo dopoguerra rivive ogni giorno con le sue ritualità, anche nelle recenti elezioni amministrative, e la storia è purtroppo anche oggi attualità politica. Ancora si parla di fatti e pezzi di storia che nulla hanno a che fare con l’Italia presente, se non perché fa ancora comodo – anche ai giornalisti – un po’ a tutti, ma in particolare alla sinistra, che cerca ancora una identità perduta almeno dal crollo del muro di Berlino. Inutile nascondersi, le dinamiche post 8 settembre ‘43 ancora entrano nell’attualità politica. Ma se il passato riemerge in chiave polemica e divisiva, c’è un altro passato nazionale che non lascia indifferenti i cuori degli italiani, poiché riesce ad unire anche a distanza di più di cento anni. Il 4 Novembre è festa per tutti gli italiani. La vera festa unificante che non divide, unisce gli italiani di oggi e ha unito l’Italia di ieri in un unico Stato con la sua identità culturale, storica, e finalmente geografica. Cento anni fa, addirittura, la salma del milite ignoto riusciva a far inginocchiare tutti gli italiani al suo passaggio nel lungo viaggio da Aquileia a Roma. Oggi quella storia riesce ancora a unire questa nazione – chiamiamo le cose con il suo nome – la nostra nazione, tutto ciò che ci rende appartenenti ad un unico destino. Unisce tutti in una memoria condivisa che altre date celebrate – a parte il Santo Natale – non riescono a fare. Neppure il 2 giugno suscita la stessa emozione, tanto meno il 25 aprile, che ricorda pagine di guerra civile più che gloriose giornate per la patria. Se c’è un giorno che ci vede tutti più uniti, sotto lo stesso cielo, sotto la stessa bandiera, quel giorno è il 4 Novembre, l’anniversario della vittoria. È scolpito in ogni parte d’Italia, in ogni città, in ogni comune, in ogni frazione: un piccolo o grande spazio che ci ricorda quanto è stata dura arrivare ad unire questo stivale. Il tributo di sangue degli italiani è stato altissimo e questa nazione ha visto morire migliaia di giovani per restare libera e unita. Retorica? No, storia. Attualità? Si, ogni giorno. Ogni giorno tributiamo con la nostra vita e con la esistenza questo plebiscito di appartenenza e di destino. Sempre e solo su libero suol. Dal 1918.