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domenica, 24 Novembre, 2024

4 novembre 1918…100 anni fa l'armistizio di Villa Giusti

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Nel ricordo dei caduti di tutte le guerre, la speranza di un futuro di pace.

di Francesco Manfredi, LaCritica

Quando ricordo la Prima Guerra Mondiale ci sono due cose che mi balzano subito alla mente.
La prima è senz’altro ” La Leggenda del Piave ” del maestro Gaeta. I versi che raccontano quei momenti che avrebbero condizionato la storia nazionale per come la conosciamo.
L’Italia, reduce della pesante sconfitta di Caporetto, era oramai presa di mira dall’impero austro-ungarico, deciso a sferrare quello che doveva essere il grande attacco finale, quello che avrebbe piegato definitivamente l’esercito italiano . Si preparavano così i soldati austriaci che non avevano fatti i conti con il fiume in piena e la conseguente resistenza delle forze armate del regno d’Italia. Una resistenza che li costrinse a ripiegare. 
Susseguirono altre due battaglie dopo quel giorno. Battaglie che videro vittorioso l’esercito italiano nell’ultimo scontro di quel lontano ottobre 1918: la battaglia di Vittorio Veneto. Ecco, dunque, la fine per l’Italia di quella che fu il primo conflitto armato più imponente di tutta la storia dell’umanità. Un conflitto che diede in memoria ai posteri milioni di vittime innocenti, morte in trincee e in campi di battaglia. Vittime poco più che adolescenti nella maggior parte dei casi. 
Il Piave che, nella prima strofa, assiste alla marcia silenziosa delle truppe italiane verso il fronte. Il Piave che mormora il ritorno del nemico e vede impassibile l’ondata di profughi e sfollati della strage di Caporetto riempire i suoi ponti nella seconda strofa. Il Piave che, nella terza strofa, gonfia le sue acque per fermare l’impero austriaco e il Piave che, nella quarta e ultima strofa, rievoca i patrioti Battisti, Oberdan e Sauro, calma le sue acque perché ” son vinti i torvi imperi “. 
Qualche giorno dopo, l’armistizio firmato in Villa Giusti, il 4 Novembre del 1918, sanciva definitivamente per l’Italia la fine della guerra. Gabriele D’Annunzio parlò successivamente di vittoria mutilata, poiché all’Italia non furono concessi dalle Nazioni della Triplice Intesa tutti i territori promessi. In ogni caso, il 4 novembre, divenne per la Nazione il giorno dell’unità nazionale e delle forze armate, per l’annessione al Regno di Trento e Trieste e per commemorare i soldati caduti in guerra. 
In un evento storico di questa portata, il numero delle vittime non possono essere determinabili con facilità e certezza. Stime approssimative indicano fino a più di 20 milioni di perdite e 17 milioni di feriti e mutilati. Numeri. Persone. Civili e militari. 
Questo fu… uno dei più sanguinosi conflitti di tutta la storia.
Il demografo italiano Giorgio Mortara, nel 1925, basandosi su dati ufficiali del Governo, stimò oltre 700.000 militari italiani caduti durante il conflitto. Sette cento mila persone.
Il conflitto ridisegnò nuovi confini, tanto in Europa quanto in Medio Oriente. Causò gravi effetti economici e sociali, soprattutto per i Paesi vinti e in particolare modo per la Germania che andò incontro al periodo più buio della sua storia.
E infine, la seconda cosa che mi viene in mente, è la tregua del natale 1914. Quell’episodio che vide coinvolti 100.000 militari inglesi e tedeschi che in maniera assolutamente spontanea, cessarono il fuoco per fraternizzare, scambiarsi gli auguri e sfidarsi a partite di calcio.
Opera di migliaia e migliaia di persone che quella guerra e quelle trincee, forse, non sentivano loro. 

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