di Martina Grandori
In tempi di virus è stata esponenziale l’attenzione ai prodotti per disinfettare, pulire, lustrare, lavare la propria casa, molto per la grande paura del contagio, molto anche perché improvvisamente si è rimasti imprigionati fra le quattro mura e per passare il tempo ci si è dedicati molto anche all’igiene casalingo. Il consumo dei detergenti è aumentato incredibilmente a discapito dell’ambiente: per tenere pulite le proprie case si inquina il Pianeta, un paradosso in tempi di tutela dell’ambiente, i saponi fanno male, contaminano principalmente le acque e i loro flaconi contribuiscono al problema plastica. L’effetto contaminante di detersivi per bucato, superfici e stoviglie è stato recentemente documentato da un rapporto di Greenpeace: quanto contenuto nella maggior parte dei detergenti rilascerebbe nell’ambiente oltre 40 mila tonnellate di plastica ogni anno da parte dei soli Paesi europei. Un’assurdità.
Ecco quindi la necessità di trovare sempre più soluzioni e la start-up Enzers fondata da innovatori giovanissimi e italiani che vogliono combattere lo spreco della plastica e far risparmiare denaro ai consumatori. Parte così l’idea di tre studenti del Politecnico di Torino, Ali Sleiman, David Mihalche e Susanna Cassaro, tre percorsi diversi ma anche una sola missione, contribuire alla salute della Terra. La spesa della detergenza in Italia vale 3,6 miliardi di euro, tanti i prodotti sullo scaffale che si presentano green, ma forse nessuno è completamente plastic-free.
L’innovativa pastiglia solubile ecosostenibile, biodegradabile, vegana, cruelty-free e senza microplastiche è l’ammiraglia della flotta Enzers, si scioglie in 500 ml di acqua normalissima in un flacone con spray e il gioco è fatto, con l’equivalente di 1,60 euro si ha un prodotto di pulizia praticamente a zero impatto ambientale e plastic free perché non si produce plastica per il contenitore. La grande scommessa di chi opera in questo ambito è il refill, eliminare i flaconi monouso che quotidianamente si usano per mille cose è il futuro. Ogni anno una famiglia italiana spende circa 50 euro solo di contenitori di plastica, più il costo del detersivo o sapone e l’incalcolabile impatto ambientale del PET, delle emissioni di CO2. E poi non c’è nemmeno la scomodità che implica fare la spesa al supermercato, le pastiglie (tre le tipologie di capsula: multiuso, per il vetro e per il bagno) vengono spedite a domicilio. L’altra sfida del trio di Enzers? Una filiera italiana, sostenibile ed ecologica che generi posti di lavoro e, ovviamente, sbarcare nel mondo della gdo.