4 Luglio 1776, a Philadelphia la Dichiarazione di Indipendenza
“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”
Il 4 Luglio è una data che conosciamo bene ed alla quale noi italiani guardiamo spesso con un po’ di invidia, visto il sentimento patriottico e popolare con la quale è vissuta.
Una nazione intera, un popolo composto da 330 milioni di anime, mette da parte differenze, posizioni e memorie per celebrare ciò che accomuna l’essenza americana: la libertà.
Questa storia nasce 243 anni fa, a Philadelphia, quando il Secondo Congresso Continentale dichiarò l’indipendenza delle allora Tredici Colonie dall’impero britannico. La dichiarò non al re od ai suoi ministri, bensì al mondo intero, annoverando quella federazione di stati tra “le potenze della terra”.
Una Dichiarazione illuminista, fondata sul giusnaturalismo e non sulla storia o sulle tradizioni di un popolo già esistente. Una Dichiarazione figlia delle idee del’700 francese ma che fu a sua volta ispiratrice della Rivoluzione del 1789, il cui episodio della presa della Bastiglia sarà celebrato tra pochi giorni a Parigi con la consueta rivista militare.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, si proclamava apertamente che tutti gli uomini sono creati eguali e che essi sono dotati di diritti inalienabili. Uno sconvolgimento nella società ancora feudale del tempo ed un enorme passo avanti nei confronti di una monarchia britannica che era comunque liberale, specie se paragonata agli assolutismi dell’Europa Continentale.
Una proclamazione che è stata alla base anche della Carta delle Nazioni Unite del 1948.
Certo, le problematiche non mancarono e riguardarono in particolare la libertà ed i diritti per le donne e per i neri d’America, un problema questo giunto fino ai giorni nostri.
Tuttavia, ad essere onesti, sappiamo che si possono amare od odiare, prendere come esempio positivo o negativo, ma alla fine nessuno rimane indifferente agli Stati Uniti d’America e nonostante tutte le contraddizioni che ancora oggi contraddistinguono la società nordamericana, i principi espressi da quella Dichiarazione rimangono in vita ed attuali. Talvolta in nome di quei principi si è andati troppo oltre: guerre preventive, espansione continentale a danno di tribù indigene e società più arcaiche, ma tutto ciò che è stato compiuto in nome di quei principi, così come accaduto durante la Rivoluzione Francese, ha permesso a noi, uomini e donne del duemila, di poter godere di diritti fondamentali quali la libertà di stampa, di opinione, di riunione politica e di rappresentanza per i quali, nel 1776 prima e nel 1789 dopo, migliaia di persone hanno donato la propria vita.
Oggi è impensabile per ognuno di noi immaginare una vita senza questi diritti. Nessuno potrebbe anche ipotizzare il divieto di postare su facebook il proprio pensiero o di registrare un video di satira o di protesta. Nessuno potrebbe immaginare di non partecipare alla vita della propria nazione, di non votare e non scegliere, subendo le decisioni di un governo non legittimato dall’elettore. Ecco perché è importante ricordare le date del 4 e del 14 Luglio, perché la libertà della quale godiamo nacque proprio 243 anni fa.
Roberto Donghi