4.5 C
Milano
domenica, 22 Dicembre, 2024

ROMA, MERCOLEDI' 9 CONVEGNO SUL THATCHERISMO. Intervista a: Riccardo Lucarelli di Rete Liberale

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

Abbiamo intervistato per voi Riccardo Lucarelli, romano, laureai in Scienze Politiche,  da sempre impegnato attivamente all’interno della coalizione di centro destra ispirandosi alle tesi liberali. Fondatore e Presidente dal 2005 del Movimento Politico Rete Liberale.L’occasione  è un convegno organizzato dalla sua associazione che si svolgerà mercoledì prossimo a Roma.

“Rete Liberale organizza un convegno il 9 Aprile 2014 a Roma dal titolo: “Trentacinque anni dopo il trionfo: quali prospettive per il Thatchersimo?” Con quali finalità?

Margaret Thatcher rappresentò l’antitesi liberista, non solo al comunismo, ma anche al social-corporativismo di quella che in Italia e nell’ Europa continentale viene impropriamente definita come destra. Le finalità? Quasi alla fiera dell’ovvio e non è una provocazione: taglio della spesa pubblica con simultaneo taglio delle tasse; ridimensionamento dello Stato attraverso un massiccio piano di privatizzazioni, quelle vere non quelle finte all’italiana; una sana deregulation, asse portante del “Popular Capitalism”.

Perché la Thacher? Sarebbe ancora valida una politica ispirata alla Lady di Ferro, almeno in Italia?

10013106_10202423948613538_1728429927_nE’ valida in ragione dei suoi risultati, almeno per quelli ottenuti in G.B. questo è certo. La vicenda thatcheriana, pur nella sua complessità, ha tratti in comune con quella italiana di oggi: la GB del 1979 era di fatto un Paese socialista con un bilancio pubblico ormai vicino al collasso per responsabilità dei “laburisti spendaccioni”, parole sue. Si fece promotrice di una drastica campagna di privatizzazioni delle imprese e dei servizi statali, aprendo nel contempo un durissimo confronto con i sindacati per il contenimento dei salari e della spesa pubblica. Basta un solo indicatore per darci l’idea della situazione: un quintale di carbone inglese costava dieci volte il prezzo di mercato!
Di certo la Lady di ferro non aveva il problema di riformare le già validissime istituzioni politiche; come da noi non avrebbe corso il rischio di ritirarsi a causa della poll tax – grazie ad una pressione fiscale insostenibile e di cui vantiamo un triste primato mondiale.
Le comparazioni sono sempre difficili e improprie, ma d’altra parte, non è questa la nostra intenzione: noi vogliamo ripartire da una idea chiara di ricetta economica, desideriamo sterzare dalla retorica della fu rivoluzione liberale e, facendo anche tesoro delle esperienze mancate e attese deluse, portare avanti un’idea di destra liberale e autenticamente conservatrice. Spurgata dalle derive stataliste e socialismi consociativi, perché la crisi mette a nudo le responsabilità e ,quindi , la via negata del cambiamento dovrà trasformarsi in obbligata! Siamo qui a dare il nostro contributo, come possiamo e con realismo politico, a fare i conti con quel che già esiste.

Come mai avete scelto Roma come luogo dell’evento?

Nonostante rappresenti la capitale delle corporazioni, dell’apparato burocratico e di un sistema che deve essere necessariamente riformato, è anche la Capitale mondiale dell’arte e della cultura ed è questa la sfida che un Paese come l’Italia, con tutto il patrimonio culturale che possiede, dovrebbe raccogliere spalancando le porte a capitali freschi, anche e soprattutto ai privati. L’entusiasmo verso il nostro progetto politico e culturale è in costante aumento e di sicuro saremo presenti in tante città con lo stesso spirito!

Quali sono i criteri con cui sono stati scelti i relatori?

Noi pensiamo che l’esperienza e la competenza del prof. Antonio Martino siano un patrimonio per tutti coloro che si riconoscono nel libero mercato e nella liberal-democrazia. Un sicuro riferimento per i giovani e qualificati relatori che interverranno il 9 Aprile: Cosimo Magazzino, docente di Politica Economica presso la facoltà di Scienze Politiche di Roma3 ed autore del libro “La Politica economica di Margaret Thatcher”; Lorenzo Castellani, direttore della Cosa Blu – laboratorio di idee liberal-conservatrici fondato dal mio carissimo amico Giorgio Stracquadanio cui è dedicato questo evento; Giacomo Zucco del Tea Party Italia, che ringraziamo della considerazione che non manca di dimostrarci: anche perché, come le matriosche, anche noi siamo fan del Tea Party!

E’ un po’ anticipare le conclusioni del congresso, ma per i nostri lettori, potrebbe dirci se, almeno secondo Lei, realisticamente, in un Paese che ha sopportato 20 anni di politiche economiche socialiste del fascismo e 69 di Repubblica assistenziale, dove probabilmente una coscienza indipendente e coraggiosa nella maggior parte dei nostri concittadini si è spenta, non avendo altri punti di riferimento, quanto è probabile che una novella Thatcher, ma soprattutto le sue idee, possano apparire all’orizzonte e prendere piede? In fin dei conti, siamo una Nazione a maggioranza catto-comunista, dove persino la Destra è sociale al pari dei Socialisti ed affini….

L’esperienza politica della Thatcher è stata il primo vero scossone liberale della Vecchia Europa e la storia la volle in contemporanea con Reagan : un formidabile asse liberale! La sua attività di governo ha inciso anche e soprattutto sul piano culturale: le sue politiche economiche, infatti, sono state accompagnate da una “rivoluzione culturale” che ha di fatto prodotto una nuova direzione del neoliberalismo che coniuga istanze liberali e conservatrici. Certo, non ci illudiamo che un vero governo di destra liberale possa significare subito più posti e meno tasse! Per una società “viziata” come la nostra, dove ai giovani si fa tutt’ora credere che “posto” e “lavoro” siano la stessa cosa e dove “cosa pubblica” viene comunemente intesa come “cosa di nessuno”, il thatcherismo sarebbe, sarà, una cura molto dolorosa, ma che sopportata, porterebbe a sicura guarigione. D’altra parte, stare sempre ad evidenziare le oggettive comparazioni, non allontana il mito della Thatcher, giacché il thatcherismo è una storica realtà. Soprattutto il nostro punto di non ritorno, aiuta la convinzione di un cambiamento in tal senso. Noi ci stiamo impegnando, secondo le nostre capacità e possibilità, ad approfondire e divulgare, attraverso una comunicazione diretta e semplice, una diversa visione di politica economica.

Fabio Ronchi

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img