Come sicuramente avrete notato, da qualche giorno mi sto occupando di arbusti. L’inverno è un periodo di dormienza per le piante e per noi appassionati è il periodo ideale per piantare le nostre amate amiche verdi e per potare e ripulire arbusti e alberi.
Tra gli arbusti che ornano i nostri giardini, il più diffuso e conosciuto è senza dubbio la rosa. Questa pianta è coltivata da millenni grazie alla bellezza dei suoi fiori e tanta è la passione che i giardinieri hanno per le rose, che nel corso dei secoli ne sono state selezionate migliaia di varietà differenti per portamento, grandezza della pianta, colore e forma dei fiori. Per questo sarà necessario scrivere più articoli per poter dare una panoramica che sia vagamente esaustiva. In questo articolo parlerò delle rose botaniche ovvero di quelle specie selvatiche da cui derivano le rose coltivate.
Il genere Rosa comprende circa centosessanta specie diffuse nelle zone temperate dell’emisfero boreale. Le rose hanno grande variabilità sia nel portamento che nelle dimensioni della pianta. Si va da varietà che raggiungono al massimo venti centimetri a varietà alte anche diversi metri. Per quanto riguarda il portamento, esistono varietà striscianti, sarmentose (conosciute come “rampicanti”), erette, globose.
Il fiore delle rose selvatiche è semplice, formato solitamente da cinque petali. Il colore varia a seconda della specie nei toni del rosa, del rosso, del bianco e del giallo.
I frutti sono piccoli acheni contenuti in un falso frutto tondeggiante o a forma di pera, di piccole dimensioni, rossi, gialli o arancioni, detti “cinorrodi”.
Le rose sono tutte più o meno spinose tranne alcune cultivar selezionate dall’uomo che non presentano
spine (Rosa banksiae, per esempio).
Nel nostro paese ci sono una trentina di specie. Eccone alcune.
Rosa canina è una pianta largamente diffusa nei nostri boschi, alta da uno a tre metri, con un portamento allargato, globoso. I fusti assumono una forma arcuata e danno alla pianta un aspetto piuttosto disordinato. Le foglie sono composte, imparipennate, formate da cinque-sette foglioline ovate e seghettate, di colore verde chiaro, leggermente glaucescente. I fiori sono formati da cinque petali rosa chiaro che tende a scurirsi leggermente sui bordi. Fiorisce a maggio. I cinorrodi sono allungati, rossi e sono utilizzati per la preparazione di tisane e marmellate. Il nome di Rosa canina le fu attribuito da Plinio il vecchio, il quale raccontava di un soldato guarito dalla rabbia canina grazie a un infuso di radici di questa pianta.
Questa rosa è una delle principali antenate delle varietà coltivate ed è una delle più utilizzate come portainnesto per le cultivar da giardino.
Rosa glauca ha portamento e dimensioni simili a quelle di Rosa canina. Si distingue per le foglie dal colore cangiante che va da tinte glaucescenti a tinte tendenti all’amaranto, tinta, quest’ultima, che assumono soprattutto le foglie e i germogli giovani. I fiori spuntano in aprile-maggio, sono di dimensioni ridotte (dai tre ai cinque centimetri di diametro), di colore bianco al centro e fucsia all’esterno. I cinorrodi sono di color rosso da acerbi e carminio a maturazione. È una specie abbastanza rara, presente nelle regioni del nord Italia e in Toscana, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Molise e Abruzzo.
Rosa gallica è una specie di piccole dimensioni, dai trenta agli ottanta centimetri, dal portamento più eretto rispetto alle specie precedenti.
I fiori hanno un colore tra il rosso chiaro e il porpora scuro. Le foglie, composte da cinque-sette foglioline, sono di un bel verde chiaro brillante. I cinorrodi sono sferici, rossi, ricoperti di setole rigide.
Questa specie ha diverse cultivar di colori nelle varie tonalità del lilla, del rosso, del bianco e del rosa. Alcune hanno fiore semplice e altre doppio. È una delle antenate più importanti delle attuali cultivar.
Rosa pendulina è una pianta con fusti esili, penduli, rossastri e quasi privi di spine. Raggiunge
un’altezza tra trenta centimetri e due metri e ha spesso portamento prostrato o strisciante. I fiori vanno dal rosa al rosso, con un centro ricco di stami pollinici gialli. I cinorrodi sono rossi, lisci e hanno forma a bottiglia. Le foglie sono formate da sette-undici foglioline di colore chiaro e dal margine seghettato.
Rosa sempervirens raggiunge un’altezza di uno-tre metri. Ha foglie composte solitamente da cinque foglioline. A differenza delle altre specie fin qui descritte, Rosa sempervirens è sempreverde, come dice il nome stesso. I fiori sono bianchi e i cinorrodi sono rossi, di piccole dimensioni e tondeggianti.
Anche tra le rose botaniche non presenti in Italia ci sono specie interessanti e importanti.
Rosa laxa è originaria dell’Asia Centrale. Raggiunge un’altezza di un metro o poco più. Ha foglie composte da cinque-nove foglioline e fiori bianchi o più raramente rosa. È sempre più utilizzata come portainnesto al posto della Rosa canina.
Rosa chinensis è una specie originaria della Cina. Raggiunge l’altezza di uno-due metri, ha foglie composte da tre-cinque foglioline di un bel verde brillante e scuro. I fiori sono di colore variabile dal bianco crema, al rosso o, più raramente, di un bel rosa pallido che diviene più scuro col passare dei giorni.
Di questa specie esistono alcune varietà molto interessanti.
Rosa chinensis “Mutabilis” ha fiori dapprima color giallo ocra che virano poi verso un rosa ramato di grande effetto. Questa rosa ha avuto molta fama e ha ispirato gli ibridatori nella ricerca di nuove cultivar.
Rosa chinensis “Viridiflora”, conosciuta anche come Rosa viridiana e chiamata dagli inglesi “Monster rose”, ha fiori verdi. Questa rosa non ha petali e gli stami si sono trasformati in petaloidi di colore verde durante la bella stagione e verde maculato di marrone rossastro in inverno. È infatti una delle rose più
rifiorenti che esistano. Purtroppo la trasformazione degli stami in petaloidi rende questa rosa sterile e non utilizzabile per le ibridazioni. È una varietà poco diffusa. I fiori sono dello stesso colore delle foglie e hanno una forma piuttosto sgraziata, a “pon pon”. È apprezzata dai cultori delle rarità botaniche.
La Rosa chinensis è stata di grande importanza nella storia delle rose. Arrivata in Europa nel XIX secolo, ha dato origine, tramite alcune varietà da lei derivate, alle rose moderne. Con la Rosa chinensis si introducono infatti alcune importanti caratteristiche delle rose moderne tra cui il fogliame scuro e lucido e, soprattutto, la rifiorenza. Dalle rose orientali inoltre le rose moderne hanno acquisito il colore giallo, inesistente in quelle europee antiche.
Rosa palustris è una specie originaria degli USA, che raggiunge l’altezza di centodieci-centotrenta centimetri. Come dice il nome cresce in terreni paludosi, anche coperti da qualche centimetro di acqua. È ideale come pianta per i bordi di stagni e laghetti. I fiori sono semplici, rosa e spuntano in luglio-agosto. Sopporta molto bene il freddo.
Rosa abyssinica infine è l’unica specie originaria delle zone tropicali. Vive sull’altopiano etiopico e raggiunge un’altezza anche di sette metri. Ha fiori bianchi. Ve la segnalo solo a titolo di curiosità. Non è indicata per i nostri giardini poiché non ama il freddo.
La coltivazione delle rose botaniche è più semplice di quella delle altre rose. Esse infatti sono forti, adatte alla vita selvatica e ben si adattano alla coltivazione nei giardini senza richiedere particolari cure.
Per l’impianto sarà necessario scavare una buca due o tre volte più larga della zolla e mischiare dello stallatico o del letame maturo al terreno. Una volta piantata la rosa, comprimete leggermente il terreno con il piede e annaffiate abbondantemente. In seguito dovrete tenere annaffiata la pianta finché non attecchisce. Dopo di che, potrete evitare le annaffiature, a meno che la stagione non sia particolarmente calda e secca.
Se volete avere delle fioriture abbondanti dovrete concimare le rose in primavera con del concime organico o con del concime granulare complesso.
Le rose botaniche non necessitano di potatura. Scegliete il posto dove piantarle tenendo in considerazione le dimensioni che la specie raggiunge e lasciate che cresca. Al massimo potrete sfoltire la pianta eliminando completamente i fusti più vecchi e lasciando quelli nuovi. Il periodo ideale per farlo è il tardo inverno (fine febbraio, inizio marzo). In questo modo la pianta resterà sempre giovane. Inoltre una chioma più rada e leggera permette all’aria di circolare e previene le malattie fungine.
Le rose botaniche non sono rifiorenti. Fioriscono una sola volta l’anno, nella tarda primavera (eccezion fatta per la Rosa palustris). Non eliminate quindi i fiori appassiti. Al loro posto cresceranno i cinorrodi che daranno una nota di colore durante la stagione autunnale e invernale.
La riproduzione delle rose botaniche può essere fatta da seme, da talea o da propaggine.
La semina va effettuata in un vaso largo e basso usando come substrato del terriccio universale. Si raccolgono i semi in autunno e si seminano subito. Il vaso si deve lasciare all’esterno in modo che prendano il freddo invernale. In primavera spunteranno le piantine. I nuovi esemplari fioriranno l’anno stesso o, al massimo, il seguente.
La talea si pratica tagliando una porzione di ramo dello spessore di una matita e piantandolo in vaso con del terriccio universale o in piena terra. La porzione deve avere la lunghezza di tre o quattro nodi. Una vecchia regola contadina dice che le talee di rosa devono essere fatte nei mesi che hanno la lettera “R” nel nome. In effetti i mesi senza tale lettera non sono indicati. Gennaio è troppo freddo. A maggio le rose sono in fioritura e i rami non hanno riserve alimentari utili alla produzione di radici. Giugno, luglio e agosto sono troppo caldi.
La propaggine può essere praticata sempre, ma la primavera è il momento migliore.
In ogni caso consiglio di riprodurre le rose botaniche da talea o da seme. Sono metodi sicuri e semplici.
Le rose botaniche sono delle piante assai valide da usare in giardino. Purtroppo sono poco utilizzate. Si preferiscono le varietà ibride moderne, rifiorenti e con fiori grandi, doppi e lussuosi.
Nel prossimo articolo vi parlerò delle bellissime rose antiche.
A presto!
Enrico Proserpio